Nel 2025 i costi delle vacanze aumentano ovunque, ma una Regione italiana supera tutte le altre per le spese settimanali, con una media che raggiunge i 3500 euro.
L’estate 2025 ha riportato migliaia di famiglie italiane alle prese con l’organizzazione delle vacanze, ma quest’anno la scelta della meta comporta valutazioni più complesse del solito. Le difficoltà economiche, l’inflazione e i rincari nei settori chiave del turismo hanno trasformato anche pochi giorni di villeggiatura in una spesa impegnativa. Nonostante tutto, il desiderio di partire resta forte, anche se con tempi e formule sempre più contenuti.
A giugno 2025, in tutta Italia, si assiste a una corsa alla prenotazione che rispecchia l’esigenza diffusa di evadere dalla routine. Il periodo estivo resta un appuntamento immancabile per milioni di cittadini che, pur tra mille difficoltà, cercano qualche giorno di distensione. Il problema principale è l’impennata dei prezzi, che colpisce tutte le voci di spesa: dai trasporti agli alloggi, fino agli accessori indispensabili in spiaggia.
Secondo quanto riportato dal Codacons, l’aumento delle tariffe rischia di escludere sempre più famiglie dalle mete tradizionali. Il classico mese di vacanza è ormai un ricordo del passato: la media attuale si è ridotta a circa cinque giorni. Chi parte lo fa in modo più attento, spesso scegliendo le settimane meno costose come quelle di inizio luglio o di settembre. Le località meno battute e i soggiorni in bassa stagione diventano così una strategia di sopravvivenza al caro vacanze.
La voglia di partire, comunque, resta viva. Le vacanze non sono solo un’occasione di riposo ma rappresentano un momento per ritrovare il tempo da condividere con parenti e amici. È un bisogno che sopravvive alla crisi, pur dovendo fare i conti con nuove strategie di spesa e pianificazione.
Il settore turistico italiano mostra segnali di vitalità anche in questa estate, grazie soprattutto alla crescente presenza di visitatori stranieri. La richiesta estera sta alimentando l’attività di hotel, stabilimenti balneari e ristoranti, ma con una conseguenza diretta: l’aumento generalizzato dei prezzi. Più turisti significano più guadagni per gli operatori, ma anche meno accessibilità per i residenti.
Il Codacons ha evidenziato come in molte località si sia già registrato un rincaro del 5% su diversi servizi, tra cui i lettini e gli ombrelloni in spiaggia. Oggi la media si attesta intorno ai 30 euro al giorno per due lettini e un ombrellone, un costo che può scoraggiare molte famiglie con bambini. Il turismo nazionale si trova così stretto tra la voglia di rilanciare l’economia e l’urgenza di mantenere le vacanze accessibili.
I collegamenti, un tempo punto di forza dell’offerta italiana, sono diventati una delle voci più pesanti in bilancio. Voli interni, traghetti per le isole e perfino i treni ad alta velocità hanno subito ritocchi ai listini. Ogni tratto percorso diventa un costo da valutare con attenzione, spingendo molte persone a ridurre gli spostamenti o a scegliere mete raggiungibili in auto.
Il rischio concreto è che si finisca per concentrare le presenze in poche zone a buon mercato, sovraffollandole, mentre le aree più rinomate diventano dominio quasi esclusivo di chi può permettersi cifre elevate. In questo scenario, il turismo “democratico” di qualche decennio fa sembra sempre più lontano.
Il 2025 vede l’Emilia Romagna tra le Regioni più competitive per il turismo, con prezzi che restano tra i più contenuti sul mercato nazionale. Le strutture ricettive sul litorale adriatico, da Rimini a Cesenatico, hanno mantenuto tariffe accessibili, attirando un pubblico vasto e variegato.
Discorso diverso per la Liguria, che si conferma come la Regione più cara d’Italia. Il Codacons ha segnalato aumenti fino al 10% rispetto al 2024. Nelle località più note, come Santa Margherita Ligure e Lerici, una settimana di soggiorno può arrivare a costare 3.500 euro, una cifra fuori portata per la media delle famiglie italiane.
La Toscana riesce a contenere meglio i rincari, con prezzi che restano inferiori del 40% rispetto alla Liguria. Per una settimana nei luoghi più richiesti della costa toscana si spendono circa 2.000 euro. La Sardegna mantiene tariffe elevate, intorno ai 2.200 euro settimanali nelle zone più turistiche, mentre Lazio e Puglia si collocano su una media di 1.300 euro a settimana.
Il confronto tra le Regioni mette in evidenza quanto il turismo italiano sia polarizzato tra chi può permettersi un’esperienza di alto livello e chi è costretto a optare per soluzioni alternative. Il rischio, secondo il Codacons, è che si verifichi un’ulteriore contrazione della domanda interna se i prezzi continueranno a crescere nei prossimi mesi.