MotoGP, Bagnaia segnala difficoltà: “Non ho le condizioni per lottare”

Lo sconforto di Bagnaia dopo il Mugello: fuori dal podio per la prima volta in tre anni, frenato dai persistenti problemi all’anteriore della Ducati GP25.

Il weekend del Gran Premio d’Italia al Mugello, disputato domenica 1 giugno 2025, ha rappresentato un altro ostacolo pesante nella stagione di Francesco Bagnaia, ancora alla ricerca di risposte convincenti in sella alla Ducati Desmosedici GP25. Il tre volte campione del mondo, arrivato in Toscana con la speranza di invertire una rotta complicata, si è trovato nuovamente a fronteggiare le stesse criticità che lo stanno limitando da inizio anno, in particolare legate al comportamento dell’anteriore. Nonostante un buon avvio, la gara è sfuggita di mano giro dopo giro, lasciandolo ai margini del podio su una pista dove era stato praticamente imbattibile nelle ultime tre edizioni.

Un inizio promettente svanito dopo sei giri

Il Gran Premio sembrava essersi aperto nel modo giusto per Bagnaia, capace nei primi sei giri di lottare ad armi pari con Marc e Álex Márquez, protagonisti assoluti nelle fasi iniziali della corsa. Il pilota piemontese, partito con determinazione, ha cercato di impostare il proprio ritmo e mantenersi nel gruppo di testa, alimentando speranze che si sono però dissolte rapidamente.

Il calo della gomma anteriore ha segnato un cambio netto nel passo del numero 1, che da quel momento ha iniziato a perdere terreno, prima dai fratelli spagnoli e poi da Fabio Di Giannantonio, che lo ha sopravanzato nel finale strappandogli anche l’ultimo gradino del podio. “La gara è durata sei giri”, ha ammesso il torinese, “poi sono riemersi i problemi di sempre. Non riesco ad avvicinarmi quando sono a tre decimi da chi mi precede: ogni volta la gomma davanti comincia a cedere e sono costretto a rallentare”.

Un film già visto anche nelle gare precedenti, dove la Desmosedici GP25 sembra non offrire al campione in carica il margine necessario per esprimere il proprio potenziale, soprattutto quando l’usura degli pneumatici inizia a farsi sentire. Bagnaia ha parlato apertamente di “impossibilità a lottare”, sottolineando quanto il comportamento della moto lo obblighi a seguire un ritmo imposto più dal mezzo che dal pilota.

Il confronto in pista e il contatto con Marc Márquez

Nelle prime fasi della gara non è mancato un episodio controverso, con un contatto tra Bagnaia e Marc Márquez nella curva di Borgo San Lorenzo, episodio che ha portato entrambi i protagonisti ad un passaggio obbligato in Direzione Gara. Il torinese ha minimizzato l’accaduto definendolo un normale “contatto di gara”, specificando che Márquez avrebbe semplicemente ritardato l’apertura del gas per impedire un incrocio di traiettoria.

Sul duello, il pilota catalano ha offerto anche una propria lettura, sostenendo che Bagnaia avesse puntato tutto su una strategia aggressiva all’inizio per sopperire a un passo meno competitivo. Una lettura che lo stesso Pecco ha confermato solo in parte, affermando di essersi sentito bene nei primi passaggi, ma di aver dovuto necessariamente alzare il ritmo per evitare rischi. “Volevo stare davanti, era l’unico modo per gestire”, ha spiegato, ribadendo che l’instabilità dell’anteriore è ciò che ancora oggi compromette le sue prestazioni.

Anche Di Giannantonio, autore del sorpasso decisivo nella zona veloce della Casanova-Savelli, ha commentato la difficoltà di Bagnaia in frenata. Il diretto interessato ha però aggiunto un dettaglio tecnico importante: “Avevo un buco enorme nella gomma posteriore che mi faceva vibrare tanto. Non riuscivo a mantenere la velocità e lì Fabio ha trovato il varco giusto”.

Un campionato in salita e una Ducati che non risponde

Dopo nove gare disputate, i numeri iniziano a pesare sulle ambizioni mondiali del campione uscente. Con 110 punti da recuperare su Marc Márquez e 70 su suo fratello Álex, la classifica iridata sembra ormai un miraggio. Bagnaia ha ammesso di non voler nemmeno pensare al titolo in queste condizioni: “Non ha senso guardare alla classifica se non posso esprimermi. Sperare negli errori degli altri non è una strategia valida”.

Anche le prospettive a breve termine non sono incoraggianti. Alla prossima tappa di Assen, altra pista dove ha vinto per tre anni consecutivi, Pecco teme di ritrovarsi nella stessa situazione del Mugello: “Lì il feeling con l’anteriore e la stabilità sono fondamentali. Se sarà come qui, sarà molto dura”. Le parole tradiscono un crescente senso di frustrazione che trova origine nell’impossibilità di trovare una soluzione strutturale al problema principale: il comportamento della Desmosedici GP25.

A complicare ulteriormente le cose, c’è l’orizzonte tecnico del 2026, con il congelamento dei motori previsto dal regolamento. “Se dobbiamo restare con questa moto, allora sì, sarà un grosso problema”, ha dichiarato. Un segnale chiaro che la radice del disagio è profonda e riguarda l’intero progetto tecnico della Ducati, non solo qualche dettaglio da correggere in corsa.

Un momento complesso anche sul piano personale

Oltre alle difficoltà tecniche, Bagnaia ha mostrato un lato umano provato. Alla stampa ha raccontato la sua rabbia e il suo senso di impotenza: “So cosa posso fare, ma non mi sento messo nelle condizioni per poterlo dimostrare”. Nonostante ciò, ha escluso di voler affrontare la questione alzando la voce nel box: “Non so se servirebbe. Stanno lavorando tutti, ma stiamo migliorando poco e senza una direzione chiara”.

In questa spirale complicata, l’unica certezza sembra essere la sua determinazione. Il pilota di Chivasso ha sottolineato come, anche in un’annata difficile come questa, ci sia spazio per crescere: “Sono uno che non molla. Magari questo mi aiuterà a capire meglio alcune dinamiche, persone e situazioni”.

Resta però da vedere se e quando il team riuscirà a intervenire con efficacia per restituirgli una moto competitiva. La speranza di Bagnaia è che arrivi presto una “quadra”, perché nel frattempo il campionato scivola via e le difficoltà diventano sempre più radicate. Le risposte, in una stagione dove nulla sta andando per il verso giusto, tardano ad arrivare. E con il tempo che passa, si fa sempre più evidente quanto il margine d’errore, ormai, sia ridotto al minimo.