Meta punta ad accedere alle foto private conservate sugli smartphone degli utenti

Meta accede alle foto private del rullino per elaborare volti e contenuti tramite intelligenza artificiale con termini che consentono l’uso futuro dei dati.

La crescente attenzione di Meta verso i dati personali degli utenti si spinge ora oltre i confini tradizionali, interessando contenuti privati mai condivisi pubblicamente. L’azienda di Menlo Park sta testando una funzione che consente di accedere direttamente al rullino fotografico degli smartphone, aprendo una nuova fase nell’uso dei dati personali per l’elaborazione tramite intelligenza artificiale. Questa novità modifica radicalmente il rapporto tra pubblico e privato nel mondo digitale, introducendo possibilità finora inesplorate.

L’accesso alle foto private e la funzione di elaborazione cloud

Diversi utenti di Facebook, a partire dalla prima metà del 2025, hanno iniziato a ricevere messaggi pop-up che chiedono il permesso per attivare una funzione chiamata “elaborazione cloud”. Questo sistema permette a Facebook di selezionare immagini dal rullino fotografico dello smartphone e caricarle periodicamente sui server cloud dell’azienda. Il motivo ufficiale è fornire all’utente suggerimenti creativi automatici, come collage, raccolte tematiche o modifiche con intelligenza artificiale, legate a eventi personali quali compleanni o lauree.

Accettando questa funzione, gli utenti autorizzano Meta a esaminare i contenuti caricati, comprese le caratteristiche del volto delle persone ritratte, gli oggetti nelle immagini e le date in cui sono state scattate le foto. Il contratto d’uso attribuisce a Meta il diritto di conservare e impiegare queste informazioni senza limiti temporali definiti, ampliando in modo significativo il controllo sui dati privati.

L’evoluzione della raccolta dati di Meta e le implicazioni per la privacy

Questa novità non nasce all’improvviso, ma rappresenta un avanzamento di una strategia consolidata da Meta. L’azienda ha ammesso che, dal 2007, ha utilizzato miliardi di immagini pubbliche caricate su Facebook e Instagram per l’addestramento dei suoi modelli di intelligenza artificiale generativa. Sebbene Meta dichiari di aver usato soltanto i contenuti pubblici di utenti maggiorenni, la definizione di “pubblico” e “utente adulto” nel 2007 appare poco chiara e suscettibile di interpretazioni.

La nuova funzione implica un salto di qualità: non si tratta più di sfruttare immagini caricate volontariamente dagli utenti, ma di poter accedere a fotografie personali mai destinate alla condivisione pubblica. Ryan Daniels, responsabile delle relazioni pubbliche di Meta, ha dichiarato a The Verge che, al momento, queste immagini private non vengono impiegate per migliorare i modelli AI. Quando gli è stato chiesto se l’azienda prevedesse di farlo in futuro, non ha voluto rispondere.

Maria Cubeta, responsabile comunicazioni di Meta, ha descritto l’iniziativa come “molto preliminare” e sottolineato che la funzione è completamente opzionale. I suggerimenti prodotti dall’intelligenza artificiale rimangono visibili solo al proprietario delle foto, a meno che questi non decida di renderli pubblici.

Confronto con Google Photos e gestione dei dati personali

L’approccio di Meta appare diverso da quello adottato da Google Photos. Anche Mountain View offre suggerimenti creativi basati sull’intelligenza artificiale, tramite il sistema Gemini, ma ha specificato che i dati personali di Google Photos non sono mai utilizzati per addestrare modelli di AI generativa. Meta, invece, non ha inserito garanzie simili nei propri termini d’uso, attivi dal 23 giugno 2024.

Nonostante la funzione dichiari di accedere solo alle foto degli ultimi 30 giorni, Meta ha ammesso che alcune categorie di contenuti, come foto di animali domestici, matrimoni o lauree, possono includere immagini più datate. Gli utenti hanno comunque la possibilità di disabilitare completamente questa elaborazione cloud nelle impostazioni, e possono attivare la cancellazione automatica delle foto non condivise dai server dopo 30 giorni.

Reazioni e problematiche emerse con la nuova funzione

L’introduzione della funzione ha già generato alcune reazioni inattese tra gli utenti. Segnalazioni raccolte su Reddit e riportate da TechCrunch mostrano che Meta ha iniziato a proporre modifiche con intelligenza artificiale su foto già presenti senza che gli utenti ne fossero informati. Un episodio specifico riguarda l’applicazione automatica dello stile “Studio Ghibli” a immagini di un matrimonio, effettuata senza alcun consenso da parte dell’utente interessato.

Questi casi sollevano dubbi importanti sul controllo e la trasparenza nell’uso dei dati privati, temi sempre più centrali nel dibattito sulla tutela della privacy nell’era digitale. Meta continua a spingere sull’innovazione tecnologica, ma i confini tra funzionalità utili e invadenza rimangono oggetto di forte attenzione pubblica e normativa.